I Tarocchi,
dal mio grimorio: Book's of Tarot
I Tarocchi sono la più semplice e la
più complessa arte divinatoria a portata di chiunque si vuole
avvicinare alla magia seguendo un percorso di conoscenza di se
stessi. Si, lo so! Sono anche un ottimo strumento per scoprire il
futuro, proprio o altrui!
Ma io preferisco usarli come guida per
conoscere spiritualmente me stessa. E ho scoperto che il loro studio
non finisce mai. Ma andiamo per ordine:
I Tarocchi classici sono composti da 78
carte o lame: 22 Trionfi detti Arcani Maggiori numerati da 0 a 21 e
da 56 carte dette Arcani Minore divise in quattro semi: Bastoni,
Coppe, Spade e Denari che vanno dall'asso al dieci con l'aggiunta
delle “Carte di Corte” ossia il Fante, il Cavaliere, la Regina e
il Re.
La Storia dei Tarocchi
Scoprire la vera origine dei Tarocchi è
quasi impossibile. Molte sono le teorie legate alla loro nascita. Si
parla che la loro origine risalga al tempo degli antichi Egizi per
via della analogia tra Arcani Maggiori e i geroglifici, ma molto
probabilmente la loro origine è di età medioevale, almeno per il
riscontro storico che abbiamo.
Un altra teoria li vede di origine
zingaresca, ma dai documenti dell'inquisizione relativi ai processi
contro gli zingari per le loro pratiche divinatorie non si fa
menzione dell'uso di mazzi di carte.
E allora, come datiamo la loro nascita?
Purtroppo non possiamo farlo in maniera effettiva ma possiamo
seguirne lo sviluppo fino ai nostri attuali mazzi.
Un mazzo riconosciuto, antico e ancora
visibile al pubblico lo troviamo alla Biblioteca Nazionale di Parigi,
correttamente e definitivamente datate intorno al 1470 e annoverato
alla corte ferrarese, i Tarocchi Visconti-Sforza. Abbiamo quindi un
punto di partenza storico nella nostra ricerca. Ma prima? Come sopra
citato una teoria li fa risalire al tempo degli antichi egizi,
legandoli al Libro di Thot. Uno dei primi a formulare questa ipotesi
con una certa scientificità fu Court de Gebelin nel suo volume “Le
Monde primitif” del 1781 (trecentoundici anni dopo la prima
comparsa riconosciuta dei tarocchi). Egli affermava che gli Arcani
Maggiori fossero i resti di un antico libro egizio, scampato
all'incendio che distrusse i templi: “Il Libro di Thot”. Poneva i
Tarocchi come allegoria all'antica religione egizia espressa tramite
i geroglifici e come un libro sulla creazione del mondo a partire da
Thot ( il Dio egizio della Luna, della Sapienza, della Scrittura e
della Magia nonché misuratore del Tempo, della Matematica e della
Geometria). Secondo Gebelin questo libro venne portato in Europa
dagli zingari, per lui antica tribù egiziana, in maniera che altri
ne potessero venire a conoscenza. Con questa teoria Gebelin innestò
questa arte nel filone ermetico dandole la dignità che ancora gli
mancava, organizzandola, completandola e dandole rigore.
Nel tempo, anche se molti non erano
d'accordo con questa teoria, si servirono delle informazioni fornite
da Gebelin per le loro ipotesi, tanto da trasformarle in dato
storicamente accertato.
Sulla base di Gebelin si sviluppa un
altro studioso: Etteilla, Jean-Francois Alliette, vissuto sicuramente
tra la prima metà del XVIII secolo sino alla fine dello stesso (non
si hanno notizie certe sulle date di nascita e morte). Egli era una
strana figura di cartomante, professore di matematica, denigrato dai
suoi avversari tanto da essere definito un fabbricante di parrucche
(la notizia, falsa, era nata da un gioco di parole legato
all'appartamento dove viveva, che si trovava a Parigi in Rue de
Chantre, in un palazzo chiamato “La casa del Parrucchiere”).
Etteilla nel suo libro “Etteilla, ou la manière de se récréer
avec un jeu de cartes” del 1770 (Etteilla, ovvero come ricreare con
un gioco di carte, scusate la mia traduzione letteraria) in cui
fornisce le regole per giocare ai Tarocchi. Senza saperlo, e seguendo
solo le sue teorie, Etteilla ha fornito le indicazioni per i
successivi sviluppi di questo gioco. Etteilla riteneva che i diversi
significati attribuiti ai Tarocchi dipendessero da diversi fattori
uniti insieme: dal nome della carta, e eventuale soprannome; dal
numero, dalla sequenza; dall'interpretazione completa della sequenza
disposta sul tavolo confrontandola con una nuova sequenza;
dall'interpretazione complessiva delle figure; dallo spostamento di
carte; dall'ipotizzare realtà che non esistono; e infine il
distinguere nella caduta di una carta il trovarsi dritta o
rovesciata.
Etteilla ha così, fornito ai posteri,
un ottima codificazione dell'arte dei Tarocchi.
In seguito molti studiosi hanno provato
a dare una dimostrazione scientifica dell'origine dei tarocchi, ma
solo verso la metà del XIX secolo troviamo ipotesi altrettanto
suggestive.
E qui, saltando altri autori,
incontriamo Eliphas Levi (pseudonimo di Alphonse
Louis Constant, Parigi 8 febbraio 1810 – Parigi 31 maggio 1875 ),
esoterista e teosofo francese. Egli vedeva nei Tarocchi un
alfabeto sacro e occulto, la chiave per interpretare la Kabbala. Levi
notò che i 22 Arcani Maggiori corrispondevano alle 22 lettere
dell'alfabeto ebraico e ai 22 sentieri dell'Albero della Vita. Egli
combinò così numeri, lettere e segni per arrivare ad una completa
simbiosi di carte e simboli.
Questa teoria fu successivamente
perfezionata da Papus (pseudonimo di Gérard
Encausse, La Coruna, 13 luglio 1865 – Parigi, 26 aprile 1916 )
esoterista e medico francese, il quale arrivò ad una completa
assimilazione tra i 22 Arcani Maggiori e le corrispondenti lettere
ebraiche.
Importante da notare che, nei loro
lodevoli tentativi di definire le origini dei tarocchi, questi autori
basando la loro ricerca troppo indietro nel tempo, furono costretti,
per farla combaciare, ad apportare delle modifiche. Si ha quindi, da
parte di Levi e Papus, lo spostamento della numerazione degli arcani.
Quindi troviamo il Matto (arcano 0) spostato tra le carte 20 (il
Giudizio) e 21 (Il Mondo) così da permettere al Mondo di divenire la
22esima carta, ossia la lettera “tau”.
Altro studioso di rilievo che
incontriamo sul nostro cammino è Arthur Edward Waite (2 ottobre 1857
– 19 maggio 1942).
Waite fu un mistico ed esoterista
statunitense che costruì tutte le sue teorie sul simbolismo creando
un suo mazzo di tarocchi detto Rider-Waite, insieme all'artista e
illustratrice Pamela Colman Smith.
Egli credette così di aver realizzato
un tarocco conforme alla tradizione, spiegandone il significato carta
per carta nel suo libro “The pictorial key to the tarot” del
1911. Un cambiamento effettuato da Waite fu quello di riportare la
figura del Matto all'originale 0, prima della figura del Bagatto e di
invertire i numeri della Forza con la Giustizia, portando la Forza ad
assumere il numero undici e la Giustizia il numero otto.
Dopo Waite incontriamo Oswald Wirth,
l'unico che abbia saputo cogliere sia lo spirito del gioco sia la
genesi storica dei Tarocchi.
Oswald Wirth
(Brienz, 5 agosto 1860 – 9 marzo 1943) fu un esoterista, scrittore
e disegnatore svizzero. Si interessò di esoterismo e simbolismo per
tutta la vita, e come un antico alchimista combinò le sue conoscenze
sulle diverse tradizioni occidentali e sulle scuole iniziatiche,
soprattutto la massoneria, creando un tarocco capace di contenere
tutto il simbolismo esoterico. Il suo mazzo si basa sui così detti
Tarocchi di Marsiglia, riportandone in auge i colori e i significati
esoterici. Il tutto spiegato nel suo libro “Le Tarot des imagiers
du moyen age” ( I Tarocchi delle immagini
responsabili del Medioevo) del 1927 , un testo esoterico dei
più importanti.
E qui finisce il mio cammino nel
percorso storico dei Tarocchi. Ho volutamente saltato alcuni autori
che riprenderò più avanti, tipo Aleister Crowley , perché
necessitano di una spiegazione più approfondita.
Comunque, importante da sottolineare, è
che gli studiosi sinora citati, sono gli ispiratori dei moderni
Tarocchi e della moderna interpretazione che gli viene data, grazie
alla loro ricerca e interpretazione, giusta o sbagliata che sia,
abbiamo ricevuto i “CODICI” di codifica di questo meraviglioso e
arcano mondo.
By Lilithia
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